Storia

STORIA

Ribana Szutor - Nata il 16 marzo del 1980 in una cittadina della Transilvania.
Affascinata dai vari linguaggi artistici inizia studiando musica per poi scoprire di amare maggiormente la pittura il disegno.
La sua formazione pittorica matura negli anni tra il 1994 e il 1998, quando frequenta il liceo artistico, e si completa successivamente all’Università delle Belle Arti dove si diploma nel 2004.

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LA “VOLONTÀ” DI DIPINGERE

La pittura di Ribana Szutor chiede poche mediazioni perché si pone direttamente a contatto con la sensibilità di chi guarda. Chiede la sospensione del giudizio e dei rimandi, almeno per il tempo richiesto all’occhio (e all'anima) di lasciar sedimentare le sensazioni, le impressioni, le analogie pittoriche suscitate dall'incontro. Sembrano tante immagini diverse, per soggetto e per stile, ma se si lascia sedimentare la prima impressione ci si accorge presto che tutte rimandano, al di là del comune formato verticale a “misura” umana, ad un unico atteggiamento esistenziale. Si tratta di una scelta dell'anima, fortemente sentita, che si manifesta attraverso la palese intenzione di “voler” essere artista dipingendo, di voler ribadire il valore della pittura continuando a dipingere. Come si è sempre fatto, d’altra parte (mettendo assegni e colori su una superficie), E come probabilmente si continuerà a fare, aldilà di tutte le nuove tecniche rappresentative, anche in futuro.

Se si getta uno sguardo sulle diverse correnti artistiche degli anni ottanta e novanta del secolo scorso - gli anni che stanno alle spalle della formazione artistica di Ribana Szutor e che rappresentano, quindi il suo più diretto archivio visivo -, quello che di primo acchito salta all’occhio è la frequente utilizzazione dell'aggettivo “nuovo”: si parla di nuovi pittori “selvaggi”, di una “nuova” arte figurativa, Di una “nuova” pittura tedesca e austriaca. Alla luce del “nuovo” appare tutto quello che merita di essere presi in considerazione. Ma in un lasso di tempo molto breve ai “nuovi” selvaggi fa subito seguito una corrente artistica con un programma neogeometrico, chiamato “neogeo”.

In ogni caso i neofigurativi e i neogeometrici non hanno ancora terminato le loro esposizioni nelle gallerie che stabiliscono le tendenze artistiche a New York, a Colonia, a Parigi, a Vienna, a Londra e a Milano, che già i neoconcettualisti attirano l'attenzione del mondo artistico. Quando viene proposto in primavera, si rivela spesso già in autunno sorpassato.

Strano a dirsi, sono proprio i critici d'arte i primi a lamentarsi se non c'è subito qualcosa di “nuovo”. Anche se a loro, comunque, non piace tale tendenza, e cioè che l'arte contemporanea ubbidisca, palesemente senza opporre resistenza, alle leggi della moda e che gli artisti fin dagli inizi della loro carriera abbiano grande successo, come dei divi dello spettacolo.

Ribana Szutor - Artist

L'uso inflazionato dell'aggettivo “nuovo” in connessione con le diverse tendenze artistiche non corrisponde più al suo pieno valore linguistico. Non comprare mai da solo, ma sempre come prefisso, connesso ad una tendenza artistica già esistente. Il “nuovo” non è quindi così nuovo, e non lo deve neanche essere. Le immagini astratte, gli elementi floreali, i corpi stilizzati ed evanescenti, i volti ingigantiti vengono rappresentati e narrati “nuovamente” da Ribana Szutor con l'inconfondibile capacità (che pare appartenere solo i bambini, ai pazzi e agli artisti) di reinventare le cose attraverso il linguaggio simbolico della forma del colore.

Si tratta di un linguaggio simbolico che caratterizza fortemente il modo di intendere la pittura e il dipingere. E i cui elementi sono facilmente identificabili. Piacere nella libera combinazione dei colori nel rappresentare le forme, densità immaginativa, se superi effetti decorativi, noncuranza nei confronti delle regole codificate dell’arte, Soprattutto quelli dell'avanguardia, un’asistematicità vivificante, una disinvolta utilizzazione di tecniche stilistiche, apparentemente in conducibili - da cui nasce l'impressione di una inconsapevole contaminazione stilistica -, la spensierata mescolanza di elementi dell'alta e bassa arte, l'esibizione del proprio io artistico, quasi sempre in modo mediato, un erotismo latente poco legato ai vincoli posti dalle convenzioni come le forme di espressione artistica utilizzate, uno stile giocoso e la tendenza all'immagine evocativa. Emerge anche un celato romanticismo, che in alcuni casi sfiora il sentimentalismo, ma sempre sovrastato dal piacere della “volontà” di dipingere, dal piacere del puro atto pittorico.

È un piacere che traspare da una rappresentazione fatta di segni e di cromie, ma anche di emozioni e di suggestioni che catturano il cuore, la mente, i sensi di chi guarda attraverso un linguaggio che è in grado di dar vita ad una dimensione interiore. Un linguaggio che ha la capacità di individuare un percorso in un mondo intimo trasfigurato e reso visibile attraverso quello universale del segno e del colore.

È un percorso in cui astrazione e concretezza convivono in un irresistibile vocazione alla rappresentatività. Anche quando l'artista racconta l'invisibile, l'immagine chiede di essere vestita di colori e forme definite. Trasforma le immagini del quotidiano (siano essi astratte o figurative, ma in ogni caso sempre trasfigurate) attraverso la magia del cromatismo. Colori negati alla verosimiglianza, ma che diventano l'identità in ogni cosa, narrazione cromatica che si colloca in un eterno presente. Quando il percorso finisce, immagini ne prolunga l’eco, ne conserva lo splendore silenzioso, accrescendo la nostra capacità di visione. Sguardo dell'ambiente e sguardo del cuore, ricongiunti e coinvolti in un'unica concezione pittorica, ne escono verificati rinnovati.

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